Produzione - Vivai Fratelli Nicola
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Produzione

E’ necessaria estrema professionalità, nel settore vivaistico, per realizzare produzioni di qualità, sane e garantite. Ogni fase del processo è seguita con grande attenzione.

COMPONENTI DELLA BARBATELLA

La barbatella è formata da due componenti, la marza e il portainnesto. La marza è una porzione di ramo provvista di una o più gemme, rappresenta il “gentile”, da innestare sul portainnesto. Vengono coltivate in vigneti di piante madri dette “di base” prodotte dai nuclei di premoltiplicazione viticola che hanno selezionato, negli anni, piante esenti da virosi e con caratteristiche per raggiungere gli obiettivi desiderati. Da qui derivano le differenze clonali di ogni varietà. Le marze si dividono in certificate e standard.
Le marze denominate certificate, sottoposte a continue e periodici controlli, dopo il 2°-3° anno di impianto vengono prelevate tra gennaio e fine febbraio, vengono raccolte in fascine da 100 tralci l’una, mantenendo la polarità e sottoposte a pulizia.
Questa avviene a mano lasciando il calcio di 6-7 cm in fondo e 1 centimetro sopra la gemma, raccolte in sacchi da circa 3.000 gemme l’uno, cartellinate con clone, lotto e provenienza.
I sacchi vengono raccolti in contenitori e immersi in acqua pulita, trattate con un fungicida e riposte in cella frigo con temperatura di 3-4°. Il portainnesto o “soggetto” è la parte inferiore di una pianta moltiplicata con la tecnica dell’innesto, ha la funzione di fornire alla pianta determinate proprietà migliori rispetto a quelle della marza:
– PRECOCITA’
– REGOLAZIONE DELLO SVILUPPO E DELLA PRODUZIONE
– ADATTAMENTO A SPECIFICHE CONDIZIONI PEDOLOGICHE
– ADATTAMENTO A SPECIFICHE CONDIZIONI BIOLOGICHE
– ADATTAMENTO A SPECIFICHE CONDIZIONI CLIMATICHE
Deve possedere proprietà morfo-funzionali, deve essere in ottimo stato sanitario esente da virus e fitoplasmi e deve avere una scarsa attitudine pollonifera.
Il portainnesto inizia a essere mondato a fine anno, raccolto in fascine lunghe 8-10 m. Tempo indietro, il  portainnesto veniva pulito manualmente e spezzonato in pezzi da circa 40 cm., oggigiorno questo lavoro viene effettuato da appositi macchinari.

TERMOTERAPIA

La termoterapia è un trattamento termico effettuato su marze e portinnesti o sulla barbatella innestata che consiste in un bagno termo-terapico che viene eseguito a 50° per una durata di 45 minuti. Il materiale viene preriscaldato a 30° per 15 minuti in modo da evitare shock termici controproducenti per lo sviluppo della barbatella. La macchina, denominata “Modello Piemontese” differisce dal modello realizzato in Francia in molte cose, ma in particolare per la vasca di preriscaldamento e per il sofisticato sistema computerizzato touch screen che monitorizza costantemente l’andamento del trattamento e ne stampa i risultati. La termoterapia può essere effettuata con successo anche sulla barbatella, prima della messa a dimora in vigneto. Anche qui, grazie all’efficienza della macchina, sperimentazioni fatte provano il perfetto attecchimento delle barbatelle termotrattate.

TECNICA DI INNESTO

L’innesto si può definire una simbiosi mutualistica artificiale tra due simbionti rappresentati da due piante diverse. Oggigiorno l’innesto maggiormente utilizzato è l’INNESTO A OMEGA ovvero un innesto legnoso isodiametrico in cui il taglio ha la forma della lettera finale dell’alfabeto greco. E’ottenuta soltanto a macchina ed è utilizzata principalmente per innesti-talea al tavolo. La macchina esegue l’unione tra marza e portainnesto e i tempi di lavorazione sono quindi più brevi.

FORZATURA

La forzatura è una tecnica utilizzata in ambito vivaistico per favorire lo sviluppo di un callo di cicatrizzazione nel punto di innesto e gli abbozzi radicali alla base della talea. Le due metodologie di forzatura sono: FORZATURA IN SEGATURA e FORZATURA IN ACQUA.

APERTURA DEI CASSONI

Nel periodo successivo alla forzatura le piante vengono ripulite e tolte dalle casse e riparaffinate con una cera di colore marrone chiaro per proteggere la pianta dai raggi solari.

L’IMPIANTO DELLE BARBATELLE

Particolare attenzione ed esperienza viene richiesta al vivaista nello scegliere il terreno, i terreni preferibili sono quelli di medio impasto, freschi, profondi ma nello stesso tempo drenanti, preferibilmente sabbiosi per facilitare le lavorazioni anche in condizioni sfavorevoli. Non è un vero e proprio problema il fatto che il terreno non riesca a trattenere l’acqua, in quanto con le nuove tecniche di irrigazione a manichetta, il problema non sussiste. Prima e durante il periodo della forzatura viene steso un telo pacciamante in campo che è stato precedentemente livellato per evitare ristagni idrici. Il telo è largo 75 cm, posto a fila singola; su di esso le barbatelle sono disposte ogni 8 cm. Le file distano tra loro un metro. Ogni 18 file viene lasciato uno spazio di circa 3,5 metri per permettere il passaggio con le apposite attrezzature per l’irrorazione dei trattamenti. La pacciamatura viene messa a dimora insieme a una manichetta a goccia per permettere l’irrigazione della piantina.
Nel periodo di Maggio, personale specializzato provvede a piantare le barbatelle forzate con l’ausilio di appositi carretti sui quali vengono poste due cassette di barbatelle contenenti complessivamente 1000 piante circa. Il carretto scavalca una fila e viene spostato con le gambe dall’ operatore che posiziona le piantine all’interno dei fori della pacciamatura, la pianta lunga circa 40 cm viene spinta per circa 20 cm nel terreno.

ESTIRPO

Dopo che le barbatelle hanno trascorso 5-6 mesi in vivaio, quando hanno terminato il loro sviluppo, nel mese di novembre viene effettuato l’estirpo, dopo la caduta delle foglie e quando i tralci sono ben lignificati.  Circa un mese prima dall’estirpo viene tolta la pacciamatura che sarebbe di intralcio durante le operazioni. Alcuni giorni prima dell’estirpo, si passa con apposite macchine prepotatrici che cimano la vegetazione a 5-6 cm, per facilitare la loro raccolta e lo stoccaggio nelle celle frigorifere. Questa lavorazione viene fatta con un’apposita macchina chiamata sterro raccoglitore che è costituita da un aratro che porta in superficie una zolla di grosse dimensioni entro cui vi è l’apparato radicale delle barbatelle, successivamente con l’avanzare della macchina le barbatelle vengono strette tra due nastri rotanti e contemporaneamente uno sbattitore frantuma la zolla lasciando le barbatelle sospese in aria a radice nuda, quindi radunate in fasci da 50-100 pezzi e automaticamente legate. Successivamente vengono sistemate su bancali metallici per facilitarne la movimentazione e il trasporto. Dopo questo momento le piante vengono conservate in cella frigorifera.

CERNITA

La cernita può essere definita come il momento più delicato dell’intera filiera produttiva vivaistica, le barbatelle vengono selezionate da appositi operai che effettuano una pressione in corrispondenza del punto di innesto, effettuano una valutazione visiva valutando vigoria e distribuzione delle radici dividendole cosi tra prima e seconda scelta. Le barbatelle di prima scelta presentano una buona vigoria e un omogeneo sviluppo e distribuzione delle radici che da normativa devono essere almeno tre ben sviluppate e opportunamente ripartite, l’unica eccezione è rappresentata dal portainnesto 420 A che può averne anche solo 2 purché diametralmente opposte, quelle di seconda scelta sono caratterizzate da una distribuzione o uno sviluppo minore dell’apparato radicale.
Contemporaneamente alla scelta, le barbatelle vengono radunate in mazzi da 25 viti, paraffina te con una paraffina di colore verde, etichettate, legate con apposite fascette, la radice viene accorciata a circa 15 cm per permettere lo stoccaggio nelle scatole e l’impianto meccanizzato nel vigneto. I mazzi vengono successivamente posti all’interno di un sacco di nylon in una scatola di cartone che può contenere da 300-400 piante. Dopo l’inscatolamento le scatole vengono poste in cella frigo a una temperatura di 2-3 °C in modo da posticipare l’impianto dopo il periodo invernale.